Thursday, 22 November 2007

Una considerazione sulle Nazionali e sul calcio

Purtroppo succede la stessa cosa ogni volta che un nazionale fallisce un appuntamento. E’ accaduto in Italia , in Germania, in Spagna ed ora succede in Inghilterra. In pratica escono fuori “le parole a vanvera”, escono fuori gli esperti che seguono e si eccitano solo per le nazionali e si spacciano per esperti. In pratica sono sempre quelle persone che si alzano in piedi per gli inni nazionali, si emozionano per le bandiere e pensano ogni volta che vincere o perdere con la nazionale del proprio Paese sia una questione di onore e di orgoglio che debba per forza coinvolgere tutti e che (specie e solo con il calcio, per essere sinceri) da una vittoria il proprio Paese migliori o che con una sconfitta sia la crisi dell’intera nazione. Di solito queste persone si scaldano meno per scandali politici, ruberie varie e economica vacillante o che funzioni alla grande, quello che importa e’ solo ed esclusivamente la maglia nazionale. Che poi quella maglia sia rossa o bianca, azzurra o orange, nulla cambia nelle discussioni inutili.

Da una settimana ne sento una marea di discussioni inutili in questi lidi, abbiamo perfino colui che legge le previsioni del tempo che “dice la sua”. Per carita’. E’ legittimo che lo faccia, ma dovrebbe avere il peso di qualunque discussione al bar e non la serieta’ che dovrebbe avere un intervento televisivo.

Ma cosa dicono di strano? Se siete in Italia, credetemi, questi discorsi li avete sentiti mille volte. Ad esempio… “le squadre nel campionato sono troppe e bisognerebbe ridurre il campionato a un massimo di 16..”, ..”sono troppi gli stranieri nei posti chiave nei maggiori club…”, “i giocatori arrivano in nazionale pensando piu’ al campionato o la Cl che alla nazionale e pensano a non farsi male prima di tutto…” etc etc… insomma queste cose sono sempre le stesse e sono sempre le stesse baggianate.

Perche’ sono stupidate? Ma perche’ prima di tutto l’eventuale importanza di un campionato del Mondo e’ proporzionalmente legata proprio alla marea di giocatori di ogni Paese e Continente che gioca nei vari campionati.

Inoltre la gente quando parla di calcio dimentica che e’ prima di tutto un lavoro per i calciatori, di conseguenza limitare la presenza straniera nei club del Bayern Monaco (ad esempio) vorrebbe dire violare fortemente delle leggi sul lavoro che non si possono violare. Inoltre fa quasi tenerezza essere cresciuti con la passione dell’Europa Unita e il considerarci tutti uguali in questo Continente, per poi far naufragare ogni principio davanti a un campo di calcio.

Eppure io queste discussioni non le sento per la Ferrari (Ad esempio), che e’ piena di cosi tanti uomini chiave stranieri da avere quasi solo la sede in Italia ma il resto assolutamente fatto oltre confine. Non le sento in Nuova Zelanda con tutti i Maori che vengono naturalizzati per giocare nella nazionale del Rugby, etc etc…

Insomma il discorso e’ cosi stupido che se ne vedono le gambe corte al primo approfondimento della discussione.

Ma per tornare al lavoro e alle sue regole, non credo che in Benetton siano disposti a buttare al vento il loro team creativo, che anche se si trova in Italia, ha solo un numero esiguo di italiani che ci lavorano.

In poche parole anche la Premier League ha la sua forza nei tanti Campioni che ci giocano e non certo sarebbe lo stesso se giocassero solo quelli che di cognome facessero Smith and Co.

Ma inoltre la fama della Premier e della Liga e’ proprio legata agli stranieri che ci giocano, cosi come la decadenza della Serie A e’ legata ai troppi locali che giocano nelle stragrande maggioranza delle squadre di A, perche’ se tutte avessero i Kaka’ di turno, anche il Cagliari o il bari, l’interesse sarebbe alto come lo era negli anni passati.

Insomma distruggiamo il calcio vero e quello che interessa alla gente per sette partite ai Mondiali ogni 4 anni? Inoltre, anche se tutte le nazioni avessero solo calciatori locali alla fine sempre e solo una squadra vincerebbe la manifestazione e le altre sarebbero sempre deluse. Ma questa piccola regola dello sport in molti la dimenticano.

Ma vogliamo poi dimenticare squadre come Argentina, Francia o Brasile? Quanti nazionali giocano nel proprio Paese? Quasi nessuno, ed ecco che probabilmente non e’ questa la soluzione.

Altra grande proposta e’ quella di diminuire le squadre del campionato. Ora io ho sentito questa cosa in Italia fino a 16 mesi fa, la si ripeteva con costanza e convinzione. Poi l’Italia ha vinto il Mondiale con 20 squadre nel campionato e nessuno ne parla piu’. Argomento abbandonato, per ora… infatti bastera’ fare male i prossimi europei e vedrete che pure in Italia si ribattera’ su questo chiodo.

Ultimo argomento e’ quello dell’impegno dei giocatori in Nazionale. Ma cosa si pretende? Che uno rischi le gambe e la carriera per dieci partite all’anno contro Andorra o l’Ucraina? Ma stiamo scherzando?
Mettetevi nei panni di un calciatore, che deve fare 60 partite all’anno, che ha davanti la prospettiva di una finale di CL o un campionato di 38 partite da vincere, seriamente voi pensereste di piu’ all’Europeo o alle altre manifestazioni?
Diciamo che il tifoso medio del calcio sarebbe disposto anche a vedere i proprio calciatori drogarsi per raggiungere un determinato risultato, piu’ che vederli sbagliare una partita. Esiste un limite umano ma questo limite non lo si vuole ammettere specie se si e’ tifosi.

Ora sta facendo bene l’Italia, e’ il loro turno, e la squadra presenta gente di una mediocrita’ sconcertante, pensiamo a Grosso o Barzagli o Chiellini ed altri, ma in nazionale fanno bene. Perche’? Esattamente per lo stesso motivo che gente come Totti fa molto meno bene oppure gente come Lampard. Oppure perche’ una Grecia fa meglio di una Francia agli scorsi europei. Semplicemente perche’ oramai le nazionali sono manifestazioni che esaltano quelli che devono mettersi in mostra.

Inutile far finta che non sia cosi, e non e’ assolutamente un caso che molte delle stelle di Europei e Mondiali degli ultimi 10-12 anni non abbiano mai ripetuto minimamente le loro prestazioni nei vari club, e’ una cosa naturale che i commentatori distratti non vogliono vedere e cosi neppure il tifoso ossessionato da bandiere e inni.

Ora in Inghilterra si parla del nuovo allenatore, e ho sentito la storia se deve essere inglese o straniero, dimenticando un particolare basilare: che deve essere prima di tutto un buon allenatore, ma pare che questo piccolo particolare non interessi.

Ma io che adoro il calcio dei club dico che nella mia squadra ci devono essere ottimi giocatori e un allenatore che sia tale, del loro passaporto ne ho un interesse minimo se non nullo.

Poi se si dice che la colpa e' dell'Arsenal se le cose vanno male nella Nazionale (come si diceva dell'Inter in Italia fino al Luglio del 2006), la cosa non fa che confermare che la gente parla perche' "ha la bocca", ma spesso non ha collegato il cervello.

Ed aggiungo che tutte le altre considerazioni le trovo cosi povere e arretrate che quasi mi fanno pena quelli che li fanno. Senza “quasi”.

2 comments:

Anonymous said...

Ciao Massi, quello che dici è vero in buona parte, pero io vedo anche altro. Oggi il calcio è esasperato dagli interessi economici, molti giocatori non vogliono giocare le partite con le proprie rispettive nazionali perchè non conviene economicamente, se si fanno male è un danno troppo grande. I tornei continentali di calcio fanno ridere, si salvano solo i Mondiali che secondo me andrebbero fatti in primavera fermando i campionati. I più forti giocatori dell'America Latina spesso non partecipano più alla competizione continentale per nazioni. Obiettivamente, da sportivo, questo mi rattrista, se si fanno le competizioni, fatele seriamente. Prima si diceva e affermava che le nazionali dovevano essere la massima espressione della qualità tecnica espressa da un Paese in quel determinato sport, oggi non è più così a causa degli interessi che hanno falsato tutto. Questo purtroppo avviene anche nel ciclismo, ormai in quello sport conta soprattutto il Tour de France. La rivoluzione della Champions League è stata una delle più grandi rovine che ci siano mai state nel calcio europeo, hanno puntato tutto sugli aspetti economici, che cazzo di campione d'Europa è il Milan se non ha vinto un cazzo nel proprio Paese. Io rimango convinto che le coppe prima avevano un senso logico, se vincevi la coppa nazionale, potevi vincere la C.D.C., oggi c'è una sola coppa(CL), la U.E.F.A. non vale più niente, è stata sminuita. In buona parte si è perso il senso dello sport, esaltando il business che ci gira intorno. La maggior parte degli sport dove ruotano parecchi quattrini sono diventati puro business, questo aspetto ha esaltato anche gli imbrogli e il doping sportivo . Platini vuole modificare il sistema ed ha ragione. Tra l'altro il calcio è forse l'unico sport dove il direttore sportivo può falsare tutto quindi imbrogliare è ancora più facile. In molti sport di squadra dove gli errori sono determinati hanno addottato la moviola ed altre tecnologie per rendere tutto più veritiero. Perchè in questo sport non succede?

Unknown said...

Guarda, spezzo una lancia a favore dei campionati a 16 squadre in Italia, non mi piacciono le vittorie facili e 20 squadre a buon livello non ci stanno economicamente.
Per non parlare della qualità del calcio dei campionati nazionali.
Meglio 30 partite mediobuone che 38 medioscarse, poi la qualità eccelsa andiamo a vederla in CL.